Il panorama italiano delle startup innovative si prepara a una svolta epocale grazie alle modifiche introdotte dall’emendamento al DDL Concorrenza , recentemente approvato con 153 voti favorevoli. Le nuove regole, che intervengono su diversi aspetti normativi e fiscali, puntano a rafforzare l’ecosistema dell’innovazione, migliorando l’accesso al capitale e introducendo criteri più stringenti per il mantenimento dello status di startup innovativa.


Via il vincolo del capitale sociale: più accessibilità per le startup

Uno dei principali cambiamenti riguarda l’eliminazione dell’obbligo di avere un capitale sociale minimo di 20.000 euro per qualificarsi come startup innovativa. Questa modifica amplia l’accessibilità ai benefici previsti per queste imprese, incoraggiando la nascita di nuove realtà imprenditoriali. Tuttavia, startup che si dedicano esclusivamente ad attività di agenzia o consulenza non potranno più iscriversi nella sezione speciale del Registro delle imprese, riservata a queste realtà.


Fondi pensione: nuova linfa per il venture capital

Un’altra grande novità riguarda il coinvolgimento dei fondi pensione e delle casse previdenziali private, che saranno obbligati a destinare almeno il 5% del loro portafoglio investito a fondi di venture capital entro il 2025 , percentuale che salirà al 10% dal 2026 .
Questo impegno è vincolato alla possibilità di mantenere l’esenzione fiscale sul capital gain. Si tratta di un passo strategico che canalizzerà ingenti risorse finanziarie verso il sostegno di startup innovative e settori strategici dell’economia reale, come tecnologia e infrastrutture. Secondo Paola Generali, presidente di Assintel, questa misura rappresenta una risposta concreta alla carenza di finanziamenti lamentata dal 41% delle imprese italiane .


Nuovi requisiti per il registro delle startup innovative

L’emendamento introduce una griglia di requisiti per garantire che solo le startup con potenziale effettivo innovativo possano beneficiare dello status speciale. Dopo tre anni dall’iscrizione, le imprese dovranno soddisfare almeno uno dei seguenti criteri:

Inoltre, il periodo massimo di permanenza nel Registro è stato esteso da cinque a sette anni per le startup e da cinque a nove anni per le scaleup.


Incentivi fiscali per chi investe in startup

Dal 2025, gli incentivi per chi investe in startup innovative saranno ancora più vantaggiosi:

Le imprese beneficiarie dovranno rispettare parametri rigorosi, come il divieto per i contribuenti di detenere partecipazioni superiori al 25% o di fornire servizi per un valore superiore al 25% dell’investimento agevolato. Inoltre, sarà richiesto l’utilizzo del contratto internazionale SAFE (Standard Agreement for Future Equity) , per garantire trasparenza e prevenire conflitti di interesse.


Un ecosistema in evoluzione

Dodici anni dopo l’introduzione dello Startup Act , l’approvazione di queste modifiche rappresenta una trasformazione cruciale per l’ecosistema italiano dell’innovazione. L’estensione degli incentivi fiscali, il coinvolgimento dei fondi pensione e l’introduzione di requisiti più rigorosi puntano a creare un ambiente più dinamico, trasparente e sostenibile per le startup ei loro investitori.

Queste novità non solo rafforzano il ruolo delle startup innovative nell’economia italiana, ma aprono la strada verso un futuro più competitivo, in grado di attirare capitali e favorire la crescita di imprese ad alto impatto tecnologico.

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